E’ stata una stagione lunghissima dal punto di vista degli avvenimenti, questo Vicenza le ha davvero viste tutte. Si pensava che dopo la retrocessione dalla B alla C si fosse toccato il fondo invece è andata ancora peggio scavando quella che poi è divenuta una fossa profonda.
L’estate del 2017 si apre con l’annuncio della cessione della società, dalle mani di Vi.Fin. a quelle di Boreas. Passano un paio di mesi quando i continui tira e molla inducono i nuovi acquirenti a mettersi da parte. A novembre si susseguono in Via Schio le cordate pronte a “salvare” il Vicenza senza, però, mai arriva al dunque. Fallimento a gennaio 2018, stipendi non pagati, punti di penalizzazione e squadra in fondo alla classifica mandano su tutte le furie gli oltre 6 mila 500 abbonati, stanchi delle prese in giro e, a loro detta, traditi anche dai giocatori a cui non è mai mancato il loro affetto.
Si arriva così a metà maggio con i play out che incombono ma, grazie all’ultimo sussulto di dignità rimasta, la squadra ottiene la salvezza. Due giorni dopo, siamo al 28 magio, ecco il colpo di scena, Renzo Rosso proprietario del Gruppo OTB, a cui fa capo anche Diesel, acquista in tribunale un ramo d’azienda del Vicenza, rendendo assolutamente inutile la salvezza conquistata sul campo e lasciando decadere il titolo sportivo biancorosso. Per disputare il prossimo campionato di serie C con il Vicenza, infatti, Rosso porterà il titolo in suo possesso in quanto patron anche del Bassano Virtus, società che cesserà immediatamente di esistere lasciando nello sconforto i tifosi che vedono bruciati 100 anni di storia. Il resto è un libro dalle pagine bianche le cui scritture verranno presto riportate per raccontare una nuova storia, quella di un club che ne rappresenta due e che sopravvive grazie ai meriti di uno che non vedremo più tra i professionisti, almeno per ora.